GUIDO STELLA – 1971: “… la pittura di Migliorati accoglie, assimila, trasforma, sublima il dato esistenziale. Gli dà una valenza formale, inconfondibile. “Diario aperto”, offerto al confronto, alla critica, l’arte di Luciano Migliorati è l’autobiografia di un uomo del nostro tempo; che ha accettato di vivere nel nostro tempo, con sofferta e serena dignità, con quotidiano coraggio.”

LUCIANO SPIAZZI – 1971: “… Migliorati costruisce a campiture sintetiche, geometriche e insieme trasparenti. Non fa dell’impressionismo a braccio, opera in uno spazio mentale dove l’idea viene composta tassello a tassello e le velature tonali intridono le superfici con la variegatura dei passaggi musicali…”

ELVIRA CASSA SALVI “Giornale di Brescia”- 1983: “ Luciano Migliorati va affinando quella sua formula paesaggistica, di struttura vagamente novecentesca, da cui è partito da ormai più di un decennio. Il modulo della squadratura geometrizzante è ammorbidito dal gioco della luce, delle velature che si sovrappongono come vetri diafani. È da apprezzare il tonalismo delicato, ora opalino, ora ambrato, e certa atmosfera crepuscolare che Migliorati va ricercando…”

GIULIO GASPAROTTI – 1984: “… L’evoluzione maturata attraverso un raggiunto stile personale e l’ampia possibilità di giudizio sui fatti umani completano un discorso pittorico portato avanti nello stesso silenzio che attornia le forme ritratte, in un indagine mentalmente condotta, e forse sofferta, nel corso della propria vicenda esistenziale.”

GRAZIA A. TADOLINI “Leadership medica”- 1985 – Mostra presso “Galleria Arno”di Firenze: “ …C’è la ribellione, inconscia e inattesa di un artista che ha alle spalle una prolungata esperienza di sofferenza e che ha imparato il silenzio e la contemplazione, quando desiderava immergersi nella vita. A tratti, Migliorati va alla ricerca di una nuova serenità, attraverso le rievocazioni di un mondo antico e semiscomparso, che gli appare migliore di quello attuale: lo fa rivivere con la semplicità di personaggi e ambienti della periferia paesana.”

SERGIO BOTTA “Arte in Galleria” inserto di “Bresciaoggi” – 1993: “La “luce” di Migliorati penetra, allarga i confini del paesaggio descritto, sintetizzandola in una partecipazione che è sussulto, palpito ed insieme forza, stupore e rapimento..”

ORFANGO CAMPIGLI – 1995: “L’artista Luciano Migliorati vive con amore nel colloquio con la natura e con le sue atmosfere onde respirare il profumo, la bellezza, il mistero.”

MAURO CORRADINI – 1995: “… E tuttavia, troppo spesso, per essere causale, compare l’albero spoglio : elemento di paesaggio e luogo simbolico per eccellenza, l’albero spoglio sembra voler racchiudere, con le sue esili dita affondate nell’azzurro, le profonde contraddizioni del tempo che stiamo attraversando.”

ANGELO LIPPO – 1996 : “ Pittore intimistico, amante innanzitutto del paesaggio, impegnato anche su composizioni figurative e di impegno sociale. Migliorati è un artista che ha seguito una sua strada, un sentiero solitario, ma attento a cogliere gli umori fertili di una tradizione alta : quella del Novecento italiano.”

LUIGI SALVETTI – 1997 : “… Fra tutti emerge,quasi una sigla, l’albero. Per anni scheletrica presenza un po’ inquietante, un po’ ammonitrice, carica sempre di morbida tristezza, sposata con le brume autunnali o con le bianche pagine delle nevicate. Recentemente questi alberi si sono come vestiti di fulgide chiome ma non per sminuire la solitaria presenza, ma per accentuare, per contrasto, il silenzio che incombe sempre nei dipinti di Migliorati. Un silenzio che si è venato, nelle composizioni ultime, di una sorta di aleggiante mistero…”

EZIO MAGLIA “Arte e Artisti”de “La Provincia” - ottobre 2001 : “ … Migliorati, attraverso inquadrature geometriche e sintesi accurate, esplora le inesauribili risorse della natura non contaminata per ricondurla ad uno stato d’animo, ad un’immagine intensa ed evocativa…”

AGOSTINO GARDA – 2002 : “… Bastano le sue opere che, seppur fatte di silenzi, seppur dense di mistero, seppur prive di figure umane, riescono a parlarci, a svelarci un vero dimenticato, a giungere a un umanesimo che deve far pace con se stesso e con la natura.”

SIMONE FAPPANI – 2003 : “… Un senso di profonda serenità, di quasi ancestrale o primigenio connubio con la natura si respira guardando attentamente le sue composizioni, nelle quali spesso il tempo pare in un certo senso arrestarsi, quasi a sottolineare l’eternità di un attimo colta dall’istinto, dall’ispirazione del pittore.”